La fede di Giobbe in Dio non è scossa dal fatto che Egli gli sia nascosto

La fede di Giobbe in Dio non è scossa dal fatto che Egli gli sia nascosto

(Giobbe 9:11) Ecco, ei mi passa vicino, ed io nol veggo; mi scivola daccanto e non me n’accorgo.

(Giobbe 23:8-9) Ma, ecco, se vo ad oriente, egli non c’è; se ad occidente, non lo trovo; se a settentrione, quando vi opera, io non lo veggo; si nasconde egli nel mezzodì, io non lo scorgo.

(Giobbe 42:2-6) Io riconosco che tu puoi tutto, e che nulla può impedirti d’eseguire un tuo disegno. Chi è colui che senza intendimento offusca il tuo disegno?… Sì, ne ho parlato; ma non lo capivo; son cose per me troppo maravigliose ed io non le conosco. Deh, ascoltami, io parlerò; io ti farò delle domande e tu insegnami! Il mio orecchio avea sentito parlar di te ma ora l’occhio mio t’ha veduto. Perciò mi ritratto, mi pento sulla polvere e sulla cenere.

Sebbene Dio non Si fosse rivelato a Giobbe, egli crede nella Sua sovranità

Qual è il nocciolo di queste parole? Nessuno di voi ha mai compreso che questo è un fatto? Prima di tutto, come faceva Giobbe a sapere che esiste un Dio? E come faceva a sapere che i cieli, la terra e tutte le cose sono governati da Lui? Un passo risponde a entrambe le domande: “Il mio orecchio avea sentito parlar di te ma ora l’occhio mio t’ha veduto. Perciò mi ritratto, mi pento sulla polvere e sulla cenere” (Giobbe 42:5-6). Da queste parole apprendiamo che, invece di aver visto Dio con i propri occhi, Giobbe Ne aveva sentito parlare nelle leggende. In queste circostanze, iniziò a percorrere la via della sequela di Dio, dopo di che ebbe la conferma dell’esistenza di Dio nella sua vita, e tra tutte le cose. Qui è presente un fatto innegabile. Quale? Nonostante fosse in grado di seguire la via del timore di Dio e del rifiuto del male, Giobbe non aveva mai visto Dio. Sotto questo aspetto, non era nelle stesse condizioni delle persone di oggi? Giobbe non aveva mai visto Dio, e questo sottintende che, sebbene avesse udito parlare di Lui, non sapeva dove Egli fosse, a cosa somigliasse, o cosa stesse facendo, tutti fattori soggettivi; parlando oggettivamente, sebbene seguisse Dio, Egli non gli era mai apparso e non aveva mai parlato con lui. Questo non è un dato di fatto? Sebbene Dio non avesse parlato a Giobbe e non gli avesse impartito nessun comando, egli aveva percepito la Sua esistenza, e notato la Sua sovranità su tutte le cose, e nelle leggende in cui Giobbe aveva udito di Lui con le sue orecchie, dopo di che aveva intrapreso una vita di timore di Dio e rifiuto del male. Ecco le origini e il processo tramite cui Giobbe seguiva Dio. Ma per quanto egli temesse Dio e fuggisse il male, per quanto restasse saldo nella sua integrità, comunque Dio non gli era mai apparso. Leggiamo questo passo. Egli disse: “Ecco, ei mi passa vicino, ed io nol veggo; mi scivola daccanto e non me n’accorgo” (Giobbe 9:11). Queste parole ci rivelano che Giobbe poteva aver percepito Dio intorno a lui, o forse no, ma non era mai stato in grado di vederLo. A volte, si immaginava che Dio gli passasse davanti, o agisse, o guidasse l’uomo, ma non aveva mai potuto saperlo. Dio viene all’uomo quando lui non se lo aspetta; l’uomo non sa quando Dio venga a lui, o da dove, perché non può vederLo, e quindi per lui Dio rimane nascosto.

La fede di Giobbe in Dio non è scossa dal fatto che Egli gli sia nascosto

Nel seguente passo della Scrittura, Giobbe afferma: “Ma, ecco, se vo ad oriente, egli non c’è; se ad occidente, non lo trovo; se a settentrione, quando vi opera, io non lo veggo; si nasconde egli nel mezzodì, io non lo scorgo” (Giobbe 23:8-9). In questo racconto, apprendiamo che nell’esperienza di Giobbe, Dio gli era sempre stato nascosto; non gli era apparso apertamente, e non aveva scambiato apertamente alcuna parola con lui, tuttavia, nel suo cuore, Giobbe era convinto della Sua esistenza. Egli aveva sempre creduto che Dio avrebbe potuto camminare davanti a lui, o avrebbe potuto agire al suo fianco, e che, sebbene non potesse vederLo, Egli era accanto a lui e governava ogni cosa. Giobbe non aveva mai visto Dio, ma era in grado di restare fedele alla Sua fede, cosa che nessun altro era in grado di fare. E perché gli altri non potevano farlo? Perché Dio non aveva parlato a Giobbe, e non gli era apparso, e se egli non avesse veramente creduto, non avrebbe potuto andare avanti, e resistere nella via del timore di Dio e del rifiuto del male. Non è forse vero? Come ti senti quando leggi che Giobbe pronunciò queste parole? Senti che la perfezione e la rettitudine di Giobbe, e la sua giustizia di fronte a Dio, sono autentiche, e non un’esagerazione da parte di Dio? Sebbene Dio trattasse Giobbe nello stesso modo delle altre persone, e non gli apparisse o non parlasse con lui, Giobbe rimase saldo nella sua integrità, credeva ancora nella sovranità di Dio e, inoltre, frequentemente offriva olocausti e pregava di fronte a Lui, perché temeva di averLo offeso. Nella capacità di Giobbe di temere Dio senza averLo visto, rileviamo quanto egli amasse le cose positive, e quanto salda e concreta fosse la sua fede. Anche se Dio gli era nascosto, egli non Ne rinnegò l’esistenza e, anche se non Lo aveva mai visto, non perse la fede e non Lo abbandonò. Al contrario, nel contesto della Sua opera nascosta di governo di tutte le cose, egli aveva compreso la Sua esistenza, e Ne sentì la sovranità e il potere. Egli non rinunciò a essere retto perché Dio era nascosto, e non dimenticò la via del timore di Dio e della rinuncia al male perché Egli non gli era mai apparso. Giobbe non aveva mai chiesto che Dio gli apparisse apertamente per provare la Sua esistenza, perché lui aveva già notato la sovranità di Dio su tutte le cose, e credeva di aver guadagnato le benedizioni e le grazie che gli altri non avevano ottenuto. Sebbene Dio gli rimanesse nascosto, la fede di Giobbe in Lui non fu mai scossa. Così, egli mieté ciò che gli altri non poterono: l’approvazione e la benedizione di Dio.

Sebbene Dio sia nascosto all’uomo, i Suoi atti in mezzo a tutte le cose sono sufficienti all’uomo per conoscerLo

Giobbe non aveva visto il volto di Dio, né udito parole da Lui pronunciate, e non aveva nemmeno sperimentato personalmente la Sua opera, ma il suo timore di Dio e la sua testimonianza durante le prove sono attestati da tutti e sono amati, oggetto di delizia, e lodati da parte di Dio, le persone li invidiano e li ammirano e, inoltre, cantano le loro lodi. Nella sua vita non c’era niente di grande o di straordinario: proprio come qualsiasi persona normale, egli visse una vita ordinaria, uscendo a lavorare all’alba e tornando a casa a riposare, al tramonto. La differenza è che durante queste diverse decadi insignificanti, egli guadagnò una comprensione della via di Dio, afferrò e comprese il grande potere e sovranità di Dio, come nessun altro aveva fatto. Egli non era più intelligente di qualsiasi persona normale, la sua vita non era particolarmente tenace e, inoltre, egli non aveva alcuna invisibile capacità speciale. Tuttavia, ciò che possedeva era una personalità onesta, gentile, retta, che amava la correttezza e la giustizia, e le cose positive, qualità di cui non è dotata la maggior parte delle persone normali. Faceva differenza tra amore e odio, aveva il senso della giustizia, era fermo e costante, diligente nei suoi pensieri, e quindi durante il suo tempo ordinario sulla terra vide tutte le cose straordinarie che Dio aveva compiuto, e la grandezza, la santità e la giustizia di Dio, vide la Sua preoccupazione, la Sua cordialità e la Sua protezione nei riguardi dell’uomo, e vide l’onorabilità e l’autorità del Dio supremo. Il primo motivo per cui Giobbe fu in grado di comprendere queste cose, al di là della portata di una qualsiasi persona normale, era il fatto che egli possedeva un cuore puro, il suo cuore apparteneva a Dio, ed era guidato dal Creatore. Il secondo motivo era la sua ricerca: la sua ricerca dell’impeccabilità e della perfezione, di una persona che si atteneva alla volontà del Cielo, che era amata da Dio, e fuggiva il male. Giobbe possedeva e ricercava queste cose, anche se non era in grado di vedere Dio o udire le Sue parole; sebbene non avesse mai visto Dio, era arrivato alla conoscenza dei mezzi tramite i quali Egli governa tutte le cose, e a capire la saggezza con la quale lo fa. Sebbene non avesse mai udito le parole pronunciate da Dio, Giobbe sapeva che gli atti di ricompensare l’uomo o di togliergli tutto vengono da Dio. Sebbene gli anni della sua vita non fossero diversi da quelli di qualsiasi persona normale, non consentì all’ordinarietà della sua vita di influire sulla sua conoscenza della sovranità di Dio su tutte le cose, o sulla sua sequela della via del timore di Dio e del rifiuto del male. Ai suoi occhi, le leggi di tutte le cose erano ripiene degli atti di Dio, e in ogni parte della vita di una persona era possibile scorgere la Sua sovranità. Egli non aveva visto Dio, ma era in grado di comprendere che i Suoi atti sono dovunque, e nel corso del suo tempo ordinario sulla terra, era in grado di vedere e comprendere in ogni angolo della sua vita gli straordinari e meravigliosi atti di Dio, e poté vedere le Sue meravigliose disposizioni. La segretezza e il silenzio di Dio non ostacolarono la comprensione che Giobbe sperimentò dei Suoi atti, e non influirono sulla sua conoscenza della sovranità di Dio su tutte le cose. La sua vita fu una presa di coscienza della sovranità e delle disposizioni di Dio che, nella sua vita quotidiana, era nascosto in mezzo a tutte le cose. Nella sua vita quotidiana, egli anche udì e comprese la voce del cuore di Dio e le parole di Lui, che resta silenzioso in mezzo a tutte le cose ma esprime la voce del Suo cuore e le Sue parole, governando le leggi di tutte le cose. Comprendete, quindi, che se le persone hanno la stessa umanità e ricerca di Giobbe, possono guadagnare la sua stessa comprensione e conoscenza, e acquisire la sua stessa comprensione e conoscenza della sovranità di Dio su tutte le cose. Dio non era apparso a Giobbe e non aveva parlato con lui, ma Giobbe riuscì a essere perfetto, giusto e a temere Dio e fuggire il male. In altri termini, senza che Dio sia apparso all’uomo o abbia parlato con lui, i Suoi atti tra tutte le cose e la Sua sovranità su tutte le cose sono sufficienti all’uomo per renderlo cosciente della Sua esistenza, potere e autorità, che sono sufficienti a consentire all’uomo di seguire la vita del timore di Dio e del rifiuto del male. Poiché un uomo ordinario come Giobbe fu in grado di raggiungere il timore di Dio e il rifiuto del male, ogni persona ordinaria che segue Dio dovrebbe essere in grado di fare lo stesso. Sebbene queste parole possano suonare come una deduzione logica, ciò non infrange le leggi delle cose. Tuttavia, i fatti non si sono abbinati con le aspettative: sembra che temere Dio e fuggire il male sia la sfera riservata di Giobbe e di lui solo. Quando si parla di “temere Dio e fuggire il male”, le persone pensano che ciò possa essere compiuto solo da Giobbe, come se la via del timore di Dio e del rifiuto del male portasse l’etichetta del nome di Giobbe e non avesse niente a che fare con gli altri. Il motivo è chiaro: poiché solo Giobbe era dotato di una personalità onesta, gentile e retta, e che amava la correttezza, la giustizia e le cose positive, solo lui era in grado di seguire la via del timore di Dio e del rifiuto del male. Dovete aver tutti compreso le implicazioni di questo fatto: poiché nessuno è dotato di un’umanità onesta, gentile e retta, che ama la correttezza e la giustizia e ciò che è positivo, nessuno può temere Dio e fuggire il male, e quindi nessuno può mai guadagnare la gioia di Dio o restare saldo in mezzo alle prove. Vale a dire che, a eccezione di Giobbe, tutti sono ancora legati e intrappolati da Satana, tutti sono accusati, attaccati e maltrattati da esso, egli tenta di farne un sol boccone, e tutti sono senza libertà, prigionieri resi tali da Satana.

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